L\'ira del precipizio
E quella notte triste, in cui la neve o il ghiaccio si sciolgono su quel profondo precipizio come il freddo sulla pelle, Jaidev si sente solo e in totale solitudine e, soprattutto, intrappolato nella rabbia del precipizio. Ed essendo un unico disertore, Jaidev si vedeva come un unico desiderio di avvelenare la rabbia di un unico precipizio e, sì, cadde, come nella lotta per dare a un\'esistenza miserabile di credere nell\'anima un\'unica verità in cui si ama da solo solitudine. E Jaidev, lì, intrappolato perché se fosse uscito il poliziotto lo avrebbe beccato, e con l\'unica virtù in Jaidev voleva solo essere forte come lo stesso calore che scioglieva il freddo e la neve e rompeva il ghiaccio in cui si trovava come un disertore nell\'ira del precipizio. E su quel precipizio solo, ferito, desolato e irrequieto, se Jaidev ride dei suoi peccati, quando ha \"ride dei tuoi peccati\" come un tatuaggio sulla pelle, quando nel delirio delirante di vedere il sole sorgere di nuovo indossa solo lungo il sentiero e lungo il sentiero delle tenebre. Quando nell\'anima si sente freddo, davanti a un vento forte in cui cuoce con amarezza e una pelle ferita per il tempo in cui Jaidev non è uscito dalla rabbia del precipizio. E l\'ira della rupe ha solo portato Jaidev lungo il sentiero nascosto dell\'intransigenza a credere nel deserto effimero nel dare una vita miserabile e un\'esistenza, in cui, ha rattristato il dolore di credere nell\'ira della rupe ed essere come un Solo un il disertore della vita stessa vi cadde, lasciando tutta la sua vita e non potendo partire perché morto di fame, di solitudine e di una ferita, che, la prima volta che poté lasciare, ma questa volta, rimase intrappolato proprio lì. E ferito come un uccello con le ali spezzate e spezzate ma, pacifico come la tranquillità era Jaidev lì. Quando era in trance della verità, Jaidev si vedeva freddo e caldo come il passante che trascorreva la notte nell\'audacia di credere nella trance della verità, quando rimaneva come l\'effimero dolore nel far credere al combattimento di combattere tutto il suo la vita nel modo più effimero per dare ed elettrizzare il modo di essere andati alla deriva come senza voler raggiungere un porto sicuro. E soccombette ad un solo brutto desiderio di avvelenare anche l\'anima volendo far crollare il tempo disastroso ed essendo così inaudito dell\'era in cui il sole non basta nel buio. Perché quando nell\'anima di Jaidev è rimasta come una terribile tempesta se è rimasta come il bersaglio di un unico sentiero sul sentiero dove cammina Jaidev. Quando era all\'erta per vedere il cielo color indaco se nell\'oscurità del tempo e della grave verità restava come tormento e come la terribile tempesta nell\'anima di Jaidev restava come la rabbia stessa del precipizio. Quando in quell\'abisso freddo e di vita deserta, anche di Jaidev, è stato come interrompere lo stesso brutto inizio della vita di Jaidev. Quando si verifica il disastro di credere nel deserto di vedersi allontanarsi da lì, dalla rabbia del precipizio e volare via come un uccello con ali che volano e volare via di lì, Jaidev credeva di volare, ma no, era solo un istinto, in cui, credeva di volare via, ma, no, se è gravemente ferito, se l\'ira del precipizio sta accadendo. Cadendo lì dentro, nella rabbia del precipizio, in cui, era la sua stessa rabbia che porta un\'amarezza amara nella notte fredda e calda come il tatuaggio sulla pelle, \"ride dei tuoi peccati\". E rimase freddo, morente e come un pedone vagabondo e mendicante in cui il calmo crollo cominciò a deliberare un solo motivo. E Jaidev è stato lasciato come un unico cuore e più di questo senza un battito. E freddo come il ghiaccio stesso che disfa il più effimero della vita stessa, se quando nell\'anima di Jaidev ha creato una forza debole nella stessa tempia del suo corpo e più che nel brutto istinto di sentire il lieve mormorio, ma, elettrizzante come essere capace di ridere dei propri peccati. Quando il tatuaggio sembra freddo e inerte quando dice \"ridi dei tuoi peccati\". E, sì, ha riso dei propri peccati quando è caduto e ha creduto di aver vinto, ma, no, non aveva creduto che sarebbe morto lì nell\'ira del precipizio e, sì, Jaidev muore. Quando in periferia automatizzava l\'attesa e così inaspettato da credere nella trance della verità effimera, ma, così precisa e con tale certezza. Quando Jaidev fu ferito dal tempo e dalla salvezza quando cadde nell\'ira del precipizio, vuoto, inerte, innocuo e così trascendentale. Quando nel tempo e nell\'era della vita, e la cadenza del suo significato e di un solo palpito Jaidev spazzò via tutte le foglie di un autunno in cui cadevano con rabbia dal precipizio, adiacente a dubbi e fatiche e perspicaci incontri, quando Jaidev ha trovato che mai un brutto desiderio essere rimasto lì sotto le foglie di quell\'autunno, sotto quel precipizio e con tutta la rabbia scatenando un\'euforia trascendentale. E quando Jaidev era stordito, stordito e stordito, era come lo stesso vento freddo che gli sfiora la pelle e ancora di più quando ha il tatuaggio che dice: \"Ridi dei tuoi peccati\". E Jaidev che leggeva e rideva con il tatuaggio che diceva \"ridete dei vostri peccati\", e Jaidev solo e triste e con il cuore spezzato, sembrava freddamente indelebile e automatizzato in attesa di aspettare l\'inaspettato e il disperato di una forza debole quando voleva solo uscire di là dalla rabbia del precipizio quando nel freddo alterco interruppe in un unico brutto desiderio di cadere nella rabbia del precipizio evitando il dolore e la sofferenza di voler sopravvivere nella trance della pura e incontaminata verità di che Jaidev fosse un senzatetto o un mendicante triste e addolorato, con le porte della vita chiuse, perché il suo istinto di senzatetto e di disertore della vita stessa non gli permetteva di sopravvivere ma il poliziotto lo segue e lo insegue a piedi e all\'ombra. E il poliziotto sa che era lì nella furia del precipizio, quando il poliziotto nella sua impazienza di credere che il suo mondo fosse finito, beh, non ancora, non era l\'ora o l\'ora esatta per poter uscire là. E la rabbia del precipizio rimase come un\'orbita lunare che intrappolava il suo corpo in un unico abisso. Perché quando nell\'assalto del credere anche l\'anima soccombente in un\'unica perfetta trance si dedicava in un unico disastro autonomo a dare un\'unica spiegazione. Perché quando nell\'anima di Jaidev vedeva freddamente nell\'alterco di arrendersi l\'anima di ridere dei propri peccati, e i suoi peccati essendo un solo disertore, un vagabondo e un mendicante, vedeva freddamente indelebile e sospettoso quanto il voler legare il suo istinto perché il il freddo va con lui e più sulla sua pelle. Quando l\'anima di Jaidev si sentì fredda e disarmata come un\'unica verità, il disastro di essere nell\'impossibile un solo vagabondo o mendicante e con la rabbia del precipizio si raffreddò. Perché Jaidev era come una brutta strada quando è caduto nel precipizio della rabbia, quando è rimasto in periferia ad automatizzare il suo cuore triste e il suo modo più vile sul precipizio della rabbia del suo cuore. E non gli piaceva per niente la febbre che aveva per la ferita che aveva perché cadendo dal precipizio fu ferito in modo tale che rimase come il freddo e nudo tormento di provare un rancore nel silenzio e solitario come silenzio stesso. E, oltre alla febbre, aveva un\'allergia alla stessa pelle, dove il tatuaggio si sente come si percepisce nelle lettere e che dice così... \"ridete dei vostri peccati\". Perché quando, in fondo, era attaccato alla rabbia del precipizio o all\'abisso crudo delle realtà, era come vivere crudo. E Jaidev lì nel recinto dell\'esistenza e nel risentimento della vita rimase come un\'orbita lunare che intrappolava il corpo in un\'unica oscillazione. E volendo legare la vita, solo Jaidev è rimasto nel recinto del suo corpo inconscio e innato quando nel tempo innocuo voleva essere come lo stesso disastro di credere nel paesaggio della verità in un\'unica credenza.
Continua………………………………………………………………………………………………
La Ira del Precipicio
Y esa triste noche, en la cual, se derrite la nieve o el hielo en ese hondo precipicio como el frío en la piel, se siente Jaidev solo y en total soledad y más que eso atrapado en la ira del precipicio. Y siendo un sólo desertor se vio Jaidev como un sólo deseo de envenenar la ira de un sólo precipicio y, cayó sí, como en el combate de dar una conmísera existencia de creer en el alma un sola verdad en que se ama a la sola soledad. Y Jaidev, allí, atrapado porque si salía el polizonte lo atrapará, y con la sola virtud en Jaidev sólo quiso ser tan fuerte como el mismo calor derritiendo el frío y la nieve y el rompiendo el hielo en que se halló como un desertor en la ira del precipicio. Y en ese precipicio solo, herido, y desolado, e intranquilo, si Jaidev, se ríe de sus pecados, cuando en la piel lleva como tatuaje \"ríe de tus pecados\", cuando en su delirio delirante de ver el sol renacer sólo lo lleva por el sendero y por el camino de la oscuridad. Cuando en el alma se siente como el frío, por delante de un álgido viento en que se cuece de amargura y de una piel herida por el tiempo en que no salió Jaidev de la ira del precipicio. Y la ira del precipicio sólo llevó a Jaidev por el camino oculto de la intransigencia de creer en el desierto efímero en dar una conmísera vida y de una existencia, en la cual, se entristecida pena de creer en la ira del precipicio y siendo como un sólo desertor de la vida misma cayó allí dejando caer toda su vida y sin poder salir porque muer de hambre, de soledad y de una herida, que en la cual, la primera vez pudo salir, pero, esta vez, quedó atrapado allí mismo. Y herido como un ave con alas quebradas y rotas pero, tan pacifíco como la tranquilidad quedó allí Jaidev. Cuando en el trance de la verdad, se vio frío y tan álgido Jaidev como el transeúnte pernoctando en la osadía de creer en el trance de la verdad, cuando quedó como el dolor efímero en hacer creer en el combate de pelear toda su vida en la forma más efímera en dar y electrizar la forma de haber quedado a la deriva como sin querer llegar a puerto seguro. Y sucumbió en un sólo mal deseo en envenenar hasta el alma queriendo derribar el tiempo nefasto y siendo tan inaudito la era en que el sol no da abasto en plena oscuridad. Porque cuando en el alma de Jaidev quedó como una terrible tempestad si quedó como el blanco de un sólo camino en la senda por donde camina Jaidev. Cuando al acecho de ver el cielo de añil si en la oscuridad del tiempo y de la seria verdad quedó como el tormento y como la terrible tempestad en el alma de Jaidev quedó como la misma ira del precipicio. Cuando en ese abismo frío y de desertora vida, incluso la de Jaidev, quedó como desbaratar el mismo mal comienzo de la vida de Jaidev. Cuando ocurre el desastre de creer en el desierto en que se veía venir lejos de allí, de la ira del precipicio y volando lejos como un ave con alas voladoras y volando lejos de allí creyó Jaidev que vuela, pero, no, era sólo un instinto, en el cual, creyó que vuela lejos, pero, no, si esta malherido, si está como sucediendo la ira del precipicio. En caer allí adentro, en la ira del precipicio, en la cual, era su propia ira la que conlleva una amarga amargura dentro de la noche fría y tan álgida como en la piel el tatuaje, \"ríe de tus pecados\". Y quedó frío, moribundo y como un peatón vagabundo y pordiosero en que el derrumbe sosegado comenzó a deliberar una sola razón. Y quedó Jaidev como un solo corazón y más que eso sin latidos. Y tan frío como el mismo hielo deshaciendo lo más efímero de la vida misma, si cuando en el alma de Jaidev creó una fuerza débil en el mismo templo de su cuerpo y más que eso en el instinto feo de sentir el suave murmullo, pero, electrizante como poder reír de sus propios pecados. Cuando el tatuaje se ve frío e inerte cuando dice \"ríe de tus pecados\". Y, sí, que río de sus propios pecados cuando cayó y creía que había ganado, pero, no, no había creído que morirá ahí en la ira del precipicio y, sí, que muere Jaidev. Cuando en el suburbio automatizó la espera y tan inesperada de creer en el trance de la verdad efímera, pero, tan certera y con tanta certeza. Cuando Jaidev resultó herido de tiempo y de salvedad cuando cayó a la ira del precipicio, vacío, inerte, inocuo, y tan trascendental. Cuando en el tiempo y en la era de la vida, y la cadencia de su sentido y de un sólo latido barrió Jaidev con todas las hojas de un otoño en que cayeron en la ira del precipicio, adyacente de dudas y de penurias y de perspicaz encuentro, cuando Jaidev halló lo que nunca un mal deseo de haberse quedado allí bajo las hojas del aquel otoño bajo aquel precipicio y con todo ira desatando una euforia trascendental. Y cuando Jaidev quedó estupefacto, atónito y patidifuso, quedó como el mismo viento frío que le roza en la piel y más donde tiene el tatuaje que dice así, \"ríe de tus pecados\". Y Jaidev leyendo y riendo con el tatuaje que decía así, \"ríe de tus pecados\", y Jaidev solo y triste y acongojado, se vió fríamente indeleble y automatizado a la espera de esperar por lo inesperado y por lo desesperado de una fuerza en debilidad cuando sólo quería salir de allí de la ira del precipicio cuando en el altercado frío interrumpió en un sólo mal deseo de caer en la ira del precipicio soslayando en la pena y en el sufrimiento de querer sobrevivir en el trance de la pura e impoluta verdad de que Jaidev era un vagabundo o un pordiosero triste y adolorido, con las puertas cerradas de la vida, pues, su instinto de hombre vagabundo y de un desertor de la vida misma no le dejó sobrevivir sino que el polizonte lo sigue y lo persigue a pie y a sombra. Y el polizonte lo sabe que estaba ahí en la ira del precipicio, cuando el polizonte en su afán de creer de que su mundo había acabado, pues, aún no, no era la hora ni el tiempo exacto para poder salir de allí. Y la ira del precipicio quedó como órbita lunar atrapando a su cuerpo en un sólo abismo. Porque cuando en el embate de creer hasta el alma sucumbiendo en un sólo trance perfecto se dedicó en un sólo desastre autónomo en dar una sola explicación. Porque cuando en el alma de Jaidev se vio fríamente en el altercado de entregar el alma de reírse de sus propios pecados, y sus pecados siendo un sólo desertor y un vagabundo y un pordiosero se vio fríamente indeleble y tan suspicaz como el querer amarrar su instinto a que el frío va con él y más en su piel. Cuando en el alma de Jaidev se sintió fría y desarmada como en el tiempo una sola verdad, se enfrió el desastre de ser en lo imposible un solo vagabundo o pordiosero y con la ira del precipicio. Porque Jaidev quedó como un mal trayecto cuando cayó en la ira del precipicio, cuando quedó en el suburbio automatizando su triste corazón y su más cobarde camino en el precipicio de la ira de su corazón. Y no le gustó en nada la fiebre que tenía por la herida que tenía porque al caer del precipicio se hirió de tal manera que quedó como el tormento frío y desnudo de sentir en el silencio un rencor y tan solitario como el mismo silencio. Y, además, de la fiebre tenía una alergia en la misma piel, por donde el tatuaje se siente como se percibe en letras y que dice así… \"ríe de tus pecados\". Porque cuando, al fin y al cabo, quedó adherido a la ira del precipicio o el abismo crudo de realidades, si fue como vivir en carne viva. Y Jaidev allí en el cerco de la existencia y en el rencor de la vida quedó como órbita lunar atrapando el cuerpo en un sólo vaivén. Y queriendo amarrar la vida sólo quedó Jaidev en el cerco de su inconsciente e innato cuerpo cuando en el inocuo de los tiempos quiso en ser como el mismo desastre de creer en el paisaje de la verdad en una sola creencia.
Continuará…………………………………………………………………………………….